sabato, aprile 14, 2007

Buona Pasqua

Le immagini sono tratte senza la gentile conces-sione, ma non credo che avrebbe problemi a darla, dell'osteria Du de Spade di San Zeno, a Verona. Facevano bella mostra di sè il giorno di Pasqua e sicuramente lasciavano un po' perplessi i visitatori e i turisti che non conoscono il locale. Devo ammettere di non aver mai mangiato in questo posto e la simpatia che i cartelli hanno generato mi ha fatto ripromettere di andare a fargli visita al più presto.

Se è vero che San Zeno è il quartiere più caratteri-stico e prosaico di Verona (questo lo immagino io vedendo i bar e i loro frequentatori: difficilmente in altri quartieri si nota una così alta diversità sociale tra gli avventori che frequentano lo stesso locale), mi aspetto un'osteria altrettanto caratteristica e slegata dalle regole.

A Pasquetta invece di magnare i ovi coi parenti ho pedalato per Ferrara, bellissima città patrimonio dell'Umanità. Che ci sia un legame tra il riconoscimento dell'Unesco e il patrimonio economico che un turista deve spendere per noleggiare una bicicletta? Ho avuto la netta sensazione di essere derubato, ecco. Alla Coca Cola da tre euro in un bar del centro ormai uno è abituato, ma vista e conosciuta la vocazione di Ferrara per il pedale, credevo che il nolo costasse un po' meno, così invece di noleggiare il mezzo per tutto il giorno ho girato il centro storico a piedi e la bicicletta l'ho presa solo per fare il giro più esterno della città. Detto questo, di Ferrara mi è piaciuto quasi tutto, anche il cimitero. Eccezione: il clown che ha passato tutta la giornata nella piazza della cattedrale, con l'impianto stereo portatile a tutto volume e col duplice scopo di far divertire i bambini e innervosire i grandi.

mercoledì, aprile 04, 2007

Vicenza Retrocomputing 2007

Non è stato un pesce d'aprile. Domenica 1 aprile 2007 si è svolta, presso l'aula magna del Comune di Monticello Conte Otto, l'ottava edizione di Vicenza Retrocomputing. Alla manifestazione, dedicata alle piattaforme informatiche professionali e ludiche degli ultimi 25 anni (e forse anche più), hanno aderito decine di volontari che hanno esposto alcuni dei loro pezzi più pregiati - pezzi che, bada bene, non sono inutilizzati e lasciati in una soffitta polverosa, ma regolarmente utilizzati dai loro proprietari per attività professionali: sviluppo di codice, desktop publishing, calcoli matematici, nonché - forse più importante di tutti - il mantenimento in vita di questi sistemi, per conservare una memoria di quanto abbiamo utilizzato negli anni scorsi e per permetterci di vedere coi nostri occhi quanto velocemente l'informatica sia cambiata e si sia trasformata da fenomeno limitato ai guru a fenomeno di massa, a scapito però della passione e - non esagero - dell'affezione che provavamo per i nostri home computer degli anni 80.

Commodore 64 "a pioggia", VIC20, un Pet, ZX80, NeXT, un HP Apollo, diversi Mac, Apple I, Console Intellivision, Acorn Archimedes (che faceva girare anche Windows 95 in finestra grazie a una scheda di emulazione), i computer di Nuova Elettronica (che all'epoca non mi potevo permettere), pezzi unici quali il Commodore 116 o il Commodore 64 giapponese (difficilmente utilizzabile perché l'uscita video è in standard NTSC), un cabinet da bar con un sacco di board con i giochi sui quali abbiamo speso una fortuna e, per finire, una serie piuttoso nutrita di console Nintendo - strumento che in verità non ho mai apprezzato e al quale ho dedicato pochi attimi per restare nella zona che più mi stava a cuore, quella del mitico C64.

C64 che, stupidamente, ho cestinato più di 10 anni fa a causa di carenza di spazio a casa mia e che probabilmente, grazie a un collezionista conosciuto in loco, potrò riavere completo di disk drive 1541 grazie a una sua gentile proposta di scambio di materiale.

Non mancavano nemmeno libri (Jackson, McGraw-Hill), manualistica e riviste dell'epoca.

Alcune considerazioni. 1) Oggi se un computer si guasta, non si ripara: si getta. A Vicenza Retrocomputing giravano invece saldatori e rotoli di stagno per riparare qualche scheda e sostituire componenti difettosi. Qualcuno ha addirittura chiesto a gran voce se "qualcuno ha un tester"... e qualcuno ha risposto che ce l'aveva! 2) Delle macchine dell'epoca sapevamo tutto. Ci erano note le funzioni di ogni chip (quasi tutti a logica discreta, altro che ASIC). Per tirare fuori il massimo si programmava in Assembler. Oggi - strumenti meravigliosi, per carità - siamo pieni di editor che interpretano un linguaggio più o meno facile da apprendere e lo rendono comprensibile all'elaboratore. 3) Chi non c'era (in quegli anni) difficilmente può capire cosa si provava a stare davanti a uno schermo da 40x25 caratteri in modalità testo o a 320x200 punti a 16 colori in modalità grafica.

Interessanti: la scheda con memoria Flash SD da 1Gb da inserire nella porta Data-Cartridge del C64 per portare comodamente con sé tutta la raccolta personale di giochi, programmi e utility (costo: circa €50 + il costo della memoria SD); la replica dell'Apple 1; vedere il Commodore Pet 2001 aperto come il cofano di un'automobile.

Devo fare i miei complimenti all'organizzazione e ai partecipanti che hanno sfoderato tanta old-tecnology, in contrapposizione alla new-economy.

Nota finale: non parlate di Microsoft/Windows/Office/MS-DOS/*.* quando partecipate a questa manifestazione, se non volete essere tacciati di eresia e portati al rogo senza poter fare neppure una telefonata al vostro curatore testamentario.

Arrivederci all'anno prossimo. Io ci sarò con il mio Amiga 2000.

lunedì, marzo 26, 2007

E' arrivato l'arrotino

Un titolo al post dovevo pur darlo, mi sembrava brutto dare subito buca, così ho voluto paragonare l'arrivo di questo blog a quello dell'arrotino. Ad alcuni l'arrotino piace, forse più per il fatto che è (sembra) diverso da tutte le altre categorie di esseri umani che non per quello che è in realtà (un arrotino). Ad altri l'arrotino non piace, perché è spesso accompagnato da megafoni di discutibile qualità pronti a svegliarli dal meritato pisolino di un torrido pomeriggio di luglio.

Ecco, proverò a fare il mestiere dell'arrotino senza fare troppo baccano. Dirò la mia opinione, a volte in linea con la vostra e a volte totalmente disallineata. Più che allineata o disallineata, spero originale.

Questo post è anche un... esercizio per vedere come si fa a scrivere un blog. Si dice che anche i grandi scrittori soffrano la sindrome del foglio bianco; nel mio caso lo schermo bianco ha tentato di difendersi per alcuni istanti per essere poi sopraffatto da un fluire di lettere e pixel, forse accodati in maniera sconclusionata. Mi interesso di vino e informatica, gli argomenti si trovano. Il dado è tratto, scrivere mi piace.