Non è stato un pesce d'aprile. Domenica 1 aprile 2007 si è svolta, presso l'aula magna del Comune di Monticello Conte Otto, l'ottava edizione di Vicenza Retrocomputing. Alla manifestazione, dedicata alle piattaforme informatiche professionali e ludiche degli ultimi 25 anni (e forse anche più), hanno aderito decine di volontari che hanno esposto alcuni dei loro pezzi più pregiati - pezzi che, bada bene, non sono inutilizzati e lasciati in una soffitta polverosa, ma regolarmente utilizzati dai loro proprietari per attività professionali: sviluppo di codice, desktop publishing, calcoli matematici, nonché - forse più importante di tutti - il mantenimento in vita di questi sistemi, per conservare una memoria di quanto abbiamo utilizzato negli anni scorsi e per permetterci di vedere coi nostri occhi quanto velocemente l'informatica sia cambiata e si sia trasformata da fenomeno limitato ai guru a fenomeno di massa, a scapito però della passione e - non esagero - dell'affezione che provavamo per i nostri home computer degli anni 80.
Commodore 64 "a pioggia", VIC20, un Pet, ZX80, NeXT, un HP Apollo, diversi Mac, Apple I, Console Intellivision, Acorn Archimedes (che faceva girare anche Windows 95 in finestra grazie a una scheda di emulazione), i computer di
Nuova Elettronica (che all'epoca non mi potevo permettere), pezzi unici quali il Commodore 116 o il Commodore 64 giapponese (difficilmente utilizzabile perché l'uscita video è in standard NTSC), un cabinet da bar con un sacco di board con i giochi sui quali abbiamo speso una fortuna e, per finire, una serie piuttoso nutrita di console Nintendo - strumento che in verità non ho mai apprezzato e al quale ho dedicato pochi attimi per restare nella zona che più mi stava a cuore, quella del mitico C64.
C64 che, stupidamente, ho cestinato più di 10 anni fa a causa di carenza di spazio a casa mia e che probabilmente, grazie a un collezionista conosciuto in loco, potrò riavere completo di disk drive 1541 grazie a una sua gentile proposta di scambio di materiale.
Non mancavano nemmeno libri (Jackson, McGraw-Hill), manualistica e riviste dell'epoca.
Alcune considerazioni. 1) Oggi se un computer si guasta, non si ripara: si getta. A Vicenza Retrocomputing giravano invece saldatori e rotoli di stagno per riparare qualche scheda e sostituire componenti difettosi. Qualcuno ha addirittura chiesto a gran voce se "qualcuno ha un tester"... e qualcuno ha risposto che ce l'aveva! 2) Delle macchine dell'epoca sapevamo tutto. Ci erano note le funzioni di ogni chip (quasi tutti a logica discreta, altro che ASIC). Per tirare fuori il massimo si programmava in Assembler. Oggi - strumenti meravigliosi, per carità - siamo pieni di editor che interpretano un linguaggio più o meno facile da apprendere e lo rendono comprensibile all'elaboratore. 3) Chi non c'era (in quegli anni) difficilmente può capire cosa si provava a stare davanti a uno schermo da 40x25 caratteri in modalità testo o a 320x200 punti a 16 colori in modalità grafica.
Interessanti: la scheda con memoria Flash SD da 1Gb da inserire nella porta Data-Cartridge del C64 per portare comodamente con sé tutta la raccolta personale di giochi, programmi e utility (costo: circa €50 + il costo della memoria SD); la
replica dell'Apple 1; vedere il Commodore Pet 2001 aperto come il cofano di un'automobile.
Devo fare i miei complimenti all'organizzazione e ai partecipanti che hanno sfoderato tanta old-tecnology, in contrapposizione alla new-economy.
Nota finale: non parlate di Microsoft/Windows/Office/MS-DOS/*.* quando partecipate a questa manifestazione, se non volete essere tacciati di eresia e portati al rogo senza poter fare neppure una telefonata al vostro curatore testamentario.
Arrivederci all'anno prossimo. Io ci sarò con il mio Amiga 2000.